Domenico Bennardi SINDACO

Dove finiranno le scorie nucleari italiane? Il dossier nascosto.


23 Maggio 2014 | Pubblicato da


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Ogni impianto nucleare produce  scorie nucleari, la stessa  centrale, a fine vita, diventa una grande scoria da conservare per tempi lunghissimi. Ciò che rimane dalla produzione di energia nucleare, risulta radioattivo per centinaia di migliaia di anni. Nessun Paese, l’Italia compresa , dopo sessant’anni di storia del nucleare, ha ancora trovato una soluzione per la gestione a lungo termine di queste scorie. Su questo c’è da dibattere quando si vuole proporre il cosidetto nucleare “di nuova generazione”, gli impianti potranno essere anche nuovi ma il problema delle scorie è vecchio e insoluto.

Oggi le scorie nucleari italiane, sono sparse su tutto il territorio nazionale, in 23 depisiti temporanei

L’Ispra ha già definito i criteri per la scelta del sito italiano in grado di poter ospitare questo cimitero unico di scorie nucleari, grande quanto un campo di calcio.  E’ pronto ormai da tempo un dossier sulla individuazione del sito, chiuso nei cassetti da mesi, il Governo non vuole affrontare la questione ora perché ci sono le elezioni e perderebbe sicuramente consensi ma intanto si rimanda una questione molto delicata, su cui è fondamentale fare chiarezza.

L’Europa spinge per un unico sito. Quale sarà?

Spero solo che qualcuno non consideri di nuovo il sud come pattumiera del Paese, ripetendo la scelta che nel 2003 fu di Berlusconi che individuò in Scanzano Jonico il luogo adatto per le scorie, fortunatamente le famose proteste delle “giornate di scanzano” costrinsero al ritiro del decreto.

E così mentre anche la Francia (il paese “Guida sul Nucleare”) non sa dove mandare i propri rifiuti nucleari, si parla della Siberia a fronte di costi elevatissimi e di depositi a cielo aperto, la questione non può essere il DOVE creare i depositi unici di scorie, perché non esiste al mondo alcun luogo adatto a ospitare rifiuti di questo genere, ogni territorio va salvaguardato, e non ci deve essere alcun business di stato.

La soluzione è una soltanto, ed è a monte, evitare di creare scorie nucleari, non investire più in Impianti nucleari ma spingere più sul rinnovabile. E’ l’unica soluzione.

Ma intanto bisognerà vigilare affinché tra qualche mese o settimana a qualcuno non venga l’idea di riproporre il sud e la Basilicata come territorio sui cui, dato si è già fatto di tutto, è possibile avvilirlo ulteriormente col deposito unico di scorie nucleari nazionali.

 


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Questo articolo è stato scritto da Domenico Bennardi