12 Aprile 2020 |
Al netto di tutte le falsità e attacchi fake dell’opposizione che si commenta da sola, una domanda può nascere spontanea. Considerando la disponibilità di questa linea di credito, già disponibile, offerta dal “MES sanitario”, perché l’Italia non dovrebbe usare questi 36 miliardi di euro per l’emergenza sanitaria, senza condizionalità? Se ne abbiamo bisogno, perché non approfittarne? Perché arroccarsi su questioni di principio o peggio posizionamento politici.
In realtà non si tratta di questo, la scelta di Giuseppe Conte è dettata da una ponderata e lungimirante valutazione della situazione, distante come posizione da quella di Gualtieri, ed è qui che si possono percepire le differenze tra i due fronti della maggioranza di Governo, da un lato il solito assistenzialismo non curante delle conseguenze, dall’altra parte la scelta ponderata, magari impopolare ma onesta.
Quei 36 miliardi di euro che ovviamente non sono regalati, rimarrebbero un credito con dovere di precedenza, ovvero si dovranno pagare prima rispetto a tutti gli altri titoli e crediti. Questa condizione è rimasta. Ora non ci vuole molto a capire che, anche senza tutte le altre condizionalità, resta un prestito pericoloso. In questo senso, l’Eurobond è l’unica soluzione e condivido il braccio di ferro del Premier, anche se qui si gioca coraggiosamente tutto.
A noi poi servono in questo momento complessivamente 1500 miliardi, altro che 36 miliardi.
Allora forse adesso questo braccio di ferro con l’Europa, è proprio quello che ci vuole, perché a cosa ci serve un’Europa così poco solidale, un carrozzone a cui versiamo più di quello che raccogliamo per sostenere le spese di oltre 700 europarlamentari, due sedi parlamentari. Sapete a quanto ammonta la differenza tra i contributi versati dall’Italia all’Unione europea e i fondi ricevuti in cambio da Bruxelles? 7 miliardi di euro: è questo il deficit certificato dalla Corte dei Conti nel 2019.
E senza l’Europa che si fa? USA, Cina e Russia sono in grado di stampare 1000 mld con un batter di ciglio e senza costi monetari, si chiama sovranità monetaria a cui l’Italia ha rinunciato per l’Europa, ma oggi abbiamo l’occasione storica di ridiscutere tutto e proporre degli gli Stati Uniti d’Europa, Stati autonomi con sovranità monetaria ma uniti in un Europa solidale, ma c’è anche l’alternativa di fare da soli e potremmo contare sugli ottimi rapporti con USA, Cina e la stessa Russia.
Non sappiamo se finiremmo come il Venezuela o il Giappone, ma sappiamo che l’economia italiana è attualmente legata al palo ormai da un ventennio. Una parte delle cause ha radici prima nel divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia che ha fatto schizzare il costo degli interessi, poi nel periodo dello Sme Credibile e infine nell’adesione alla moneta unica. Questi eventi hanno in comune un punto: la perdita di sovranità monetaria. Venendo a mancare il garante di ultima istanza, ci si espone alla volontà dei mercati finanziari e si rinuncia alla possibilità di decidere in autonomia le politiche economiche da attuare. Un esempio su tutti vista l’attualità della tematica, è il rapporto deficit/Pil e la soglia limite europea del 3%.
Recuperando la sovranità monetaria, l’economia andrebbe inizialmente in affanno ma peggio di così? Intanto però mi posso ricomprare tutto il debito a metà prezzo emettendo moneta. Può essere una scelta valida sul medio lungo periodo. Forse è il caso di iniziare a parlarne sul serio. Il COVID19 ci sta offrendo questa opportunità di dibattito e discussione.
Categoria: Politica e società
Questo articolo è stato scritto da Domenico Bennardi