Convegno “Il Vicinato”
29 Marzo 2015 |
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23 Ottobre 2008 |
Anche a Matera il 27 Ottobre ci sarà il Linux Day, un’occasione per parlare di Software Libero per le pubbliche... Mostra articolo
16 Aprile 2007 |
Sono partiti i preparativi per organizzare l’edizione del BarCamp a Matera, fissato per Sabato 12 Maggio 2007 la “non-conferenza” o... Mostra articolo
13 Febbraio 2007 |
Stupisce come un libro scritto nel 1995, quindi già classificabile come “datato” (soprattutto dato che affronta tematiche legate all’I.T.) possa invece rivelarsi attualissimo. Mi riferisco al volume Essere digitali di Negroponte.E’ Negroponte infatti a fornirci una definizione di esseri digitali.Secondo l’autore il modo migliore per apprezzare i vantaggi e le conseguenze dell’essere digitali è riflettere, sulla differenza tra atomi e bit.
ATOMI – come informazione materica, sottoforma di atomi (libri, riviste..)
BIT – come informazione digitale (Web, CD-Rom)I vantaggi dei Bit sono la velocità e la maggiore diffusione.Il Bit non ha colore, peso o dimensione, è il più piccolo elemento atomico del DNA dell’informazione e può essere affermativo o negativo (SI-NO; Vero-Falso), per praticità si è attribuito un valore numerico 1-0.Il numero dei Bit di un’informazione trasmessi in un secondo condiziona la dimensione e la qualità dell’informazione digitale.Negromante ha detto: “Il futuro delle aziende dipende dalla capacità che queste avranno nel convertire in digitale i loro prodotti o servizi”.
Questa riflessione di Negroponte ha due importanti conseguenze:In primo luogo va a indicare e suggerire una metodologia di innovazione e adeguamento di tutte le imprese alle nuove tecnologie di comunicazione, ma fortifica il presupposto che oggi l’offerta di prodotti e servizi, e la conseguente soddisfazione di bisogni sul mercato, può essere spostato da un piano esclusivamente “atomico”, “analogico” o tradizionale, a quello digitale.Oggi il business di un impresa, secondo Negroponte quindi dovrebbe essere convertito in attività digitale, espletato attraverso la rete, o in alternativa mantenere due vie parallele: offerta digitale dei servizi/prodotti + offerta analogica dei servizi/prodotti. Facciamo l’esempio di una società di formazione nata dal 1970, ha sempre svolto corsi frontali in presenza. Con lo sviluppo dell’ICT, inizia oggi a offrire corsi “digitali” ossia online, in cui i fruitori seguono a distanza le discipline. Potrebbe tuttavia continuare a offrire corsi in presenza, oltre che corsi online, per soddisfare un tipo di target più “tradizionalista”.Capita anche, come si legge in questi giorni sui giornali, che il New York Times annunci che in cinque anni sarà una testata esclusivamente online.Se queste società oggi, adottano politiche aziendali di questo tipo, vuol dire che Negroponte aveva ragione e che il gioco “digitale” vale la candela. Nel senso che ci sono ottime potenzialità di business e di introito investendo per il Web.
Semplicemente cambiano le esigenze dei clienti, e non è vero che il cambiamento riguarda solo le nuove o medie generazioni, ma anche quelle più mature.
29 Gennaio 2007 |
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